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Castelli e Torri in Sardegna

Castelli e Torri in Sardegna

Castelli medievali, torri, rocche e fortifizazioni in Sardegna Leggi tutto -> ..

Produzione artistica, aspetti culturali (usi, costumi, tradizioni) del popolo Sardo (Sardi)

Le lunghe vicende di dominazione e gli aspetti geografici della Sardegna, hanno isolato l'isola dai diversi eventi storici del mondo del mediterraneo, sviluppando una cultura complessa con tratti originali e conservativi, che avuto riflessi nella sua storia dell’arte.

Le prima manifestazione di arte in Sardegna risale al Neolitico, con le prime decorazioni sulle ceramiche. Il ricco repertorio degli ornati vascolari e le piccole statuine che raffigurano la "dea madre" (di età neolitica), riprodotte con stili differenti, costituiscono le produzioni artistiche più importanti della preistoria isolana.
Con l'affermarsi della civiltà nuragica, durante l'età del Bronzo vengono prodotte le piccole sculture in bronzo (detti "bronzetti") e la grande statue in pietra, come i "giganti" di Monti Prama.



Nuraghe Genna Maria Villanovaforru
Nuraghe Genna Maria Villanovaforru


Nel periodo fenicio-punica, le produzioni artistiche sono influenzati da modi egiziani e greci, che si manifestano non solo nelle produzioni dei gioielli, negli ornati vascolari, ma anche nelle stele dei tofet, nelle decorazioni parietali di alcune tombe a camera.

Durante le fasi della dominazione romana la Sardegna viene investita,durante la lunga occupazione romana, da un vasto e complesso linguaggio artistico, con lo scopo di assimilare culturalmente l'isola, come dimostrano i numerosi ritrovamenti mosaici, rilievi architettonici ma anche di sculture e pitture.


Fra l'XI e il XII secolo, quando la Sardegna bizantina si era trasformata nella Sardegna giudicale, si collocano in questo periodo sculture legata alla decorazione esterna delle chiese romaniche, da ricordare i pulpiti, le acquasantiere e i recinti presbiteriali, che sono sopravvissuti in minima parte.
Ben più numerosa doveva essere, secondo le testimoniato delle fonti, la pittura medievale, per quanto riguarda gli affreschi: che sono andati quasi tutto perduto.

Nel XIII secolo sono presenti in Sardegna manufatti e artisti del centro Italia, specie dalla Toscana. Con la conquista aragonese, tra il 1323-26, si chiude, almeno a Cagliari, si chiude la parentesi artistica italiana.
Nel resto dell'isola, in modo graduale si sostituiscono ai prodotti artistici del Gotico italiano quelli del Gotico catalano.


L'influenza iberica è destinata a durare a lungo nell'isola e si avverte in particolar modo nei "retabli" (polittici dipinti a tempera su tavola) e nelle statue lignee in "estofado de oro" (particolare tecnica di pittura su preparazione a foglia d'oro).
Nel XVIII secolo, si affermano nell'arredo interno delle chiese gli altari in marmi policromi, che segnano l'adeguamento allo stile barocco.

Nel corso dell'Ottocento si sviluppa, una produzione artistica autenticamente sarda, soprattutto grazie all'opera del pittore Giovanni Marghinotti e dello scultore Andrea Galassi e Giovanni Marghinotti con le sue tele di soggetto sardo, inaugura il nuovo corso culturale, che porterà l'arte a interessarsi sempre più ai valori autoctoni della Sardegna.
Lo svilupparsi, nel novecento, di molte personalità emergenti nel mondo dell’arte come: Giuseppe Biasi, Filippo Figari, Mario Delitala, Mauro Manca, i fratelli Melis, Eugenio Tavolara, Costantino Nivola sono solo alcuni fra i tanti.


La maggior parte degli artisti Sardi tra ‘800 e il ‘900, si sono sempre ispirati alla mentalità e le tradizioni dell’isola.
Un mondo ancora antico fino alla metà del novecento, legata a rapporti sociali e i mezzi di produzione della tradizione agro-pastorale legati ad antiche consuetudini, dopo di che intervengono profondi mutamenti dovuti all’avanzare della modernizzazione e di nuovi stili di vita.

Fino alla metà del XIX secolo è stato pienamente applicato nell’isola un complesso sistema di regolamentazione collettiva, che durava già dal XI.
La fine dell'uso è collegata all’occupazione piemontese che promulgarono nel 1820 una legge, per creare la proprietà, ciò portò abusi e malcontento e fu applicato in modo molto disomogeneo. Le aree di piena applicazione furono gli altopiani centro occidentali e il nord dell’isola, mentre il centro montano della Barbagia e del Gerrei non conobbe chiusure, ciò diede un duro colpo alla cultura pastorale.

Un altro aspetto della cultura sarda si riscontra, nel paese sardo ha forme compatte, generalmente poligonali o rotondeggianti, si adatta generalmente alla morfologia del territorio. I centri, soprattutto quelli di origine medievale, presentano case costruiti in poco spazio, e caratterizzate da un dedalo di viuzze strette.




Carnevale Mamuthones Mamoiada
Carnevale Mamuthones Mamoiada


Murales Fonni, Barbagia
Murales Fonni, Barbagia


Il paese, secondo i canoni della consuetudine locale, costituisce un'entità autosufficiente dal punto di vista sociale e economico.
le case rurali sarde, generalmente sono composte da una zona abitativa e dagli annessi rustici (magazzini, stalle, letamai, cisterne, abbeveratoi, etc.), con delle differenziazioni a seconda del contesto produttivo e della posizione sociale del proprietario.
Generalmente sono in mattoni crudi o in pietra non intonacate all’esterno, solitamente addossate le une alle altre.
I tetti sono di tegole e il soffitto a incannucciata sorretto da travature di legno, a uno o a due spioventi. I pavimenti sono spesso lastricati o in terra battuta con grandi pietre piatte.

In Sardegna difficilmente si hanno casi di coabitazione con animali da lavoro e da cortile.
Per quando riguarda le relazioni familiari,nel mondo agropastorale sardo, la famiglia costituisce il fulcro della vita e dei bisogni materiali, come il vestire, abitare, il cibarsi.
La coppia sposata vive con i propri figli, ed evita altre forme allargata di coabitazione.
Nella coppia i beni si trasmettono per via maschile di solito il bestiame, mentre alle femminile L’orto. La donna, all’interno del patrimonio familiare conserva come suoi i beni sia ereditati e sia acquisiti, ciò comporta che il patrimonio si eredita lungo due linee, quella paterna e quella materna.
Secondo le norme dell’onomastica sarda, la donna non prende col matrimonio il cognome del marito. I figli ereditano il cognome del padre, pur non escludendo casi in cui lo e prendono dalla madre.
All’interno della famiglia, la volontà materna e paterna hanno spesso pari importanza e potere, pur esercitandosi in settori diversi: quello dell’economia agropastorale per l’uomo e quello dell’economia domestica per la donna. I mestieri e i lavori femminili e maschili si insegnano, rispettivamente, per linea femminile e maschile.