Templi, Altari, Chiese, Tombe, Ponti, Terme e altri monumenti in Sardegna

Prenuragico
In Sardegna il periodo denominato "prenuragico" coincide con la fase della storia dell'uomo che, precede l'invenzione della scrittura.

Il prenuragico copre un arco temporale che, , va dai 450.000 anni a.C. (Paleolitico inferiore) ai 1.800 anni a.C. (fine dell'Eneolitico o Calcolitico o Età del Rame).

La grande distanza cronologica l’utilizzavano materiali deperibili come il legno, i tessuti, l'osso per la realizzazione di manufatti sono la causa della scomparsa di quasi tutti i oggetti.

Monumenti di questo periodo da vedere in Sardegna: il tempio-altare di Monte d'Accoddi unico nel Mediterraneo per le sue caratteristiche architettoniche.
Oppure le tombe a circolo presenti a Goni (Cagliari) e a Li Muri (Arzachena), oppure la presenza di muri megalitici come quelli Castelsardo, Muraglia di Monte Ossoni o Olmedo, Muraglia di Monte Baranta

Il popolo dei nuraghi

Nell'immaginario collettivo dei sardi, la civiltà nuragica sembra infatti q coincidere con l'idea stessa di ''cultura sarda''.
I nuraghi si trovano da per tutto in Sardegna, sono circa 7000, da ricordare alcuni:
Borore, nuraghe Porcarzos
Baunei, nuraghe Coa de Serra e betilo di San Pietro in Golgo
Arzachena, nuraghe La Prisciona.


Da ricordare le tombe dei giganti sono lunghe costruzioni realizzate interamente in pietra, Sono caratterizzate dalla forma planimetrica che ricorda l'immagine una protome taurina.
elenchiamo alcuni esempi:
Arzachena, tomba di giganti di Coddu Vecchiu
Arzachena, tomba di giganti di Li Lolghi
Calangianus, tomba di giganti di Pascareddha


La civiltà fenicio-punica in Sardegna
Intorno al IX sec. a.C. in Sardegna ha inizio la colonizzazione della popolazione semitica dei Fenici, che provengono dalle coste del Libano.
Successivamente, tra la seconda metà del VI sec. a.C. e il 238 a.C., la Sardegna entra sotto il controllo diretto dei Punici, cioè dei Fenici di Cartagine, la potente colonia fenicia fondata sulla costa dell'attuale Tunisia alla fine del IX secolo a.C.

La novità più importanti per la Sardegna è rappresentato dalle città di fondazione fenicia, infatti la civiltà nuragica non si riconobbe mai in un centro abitativo urbano.

Resti di insediamenti fenici si trovano:
Carbonia, abitato di Monte Sirai
Senorbì, Abitato di Monte Luna
Santadi, abitato di Pani Loriga
Villasimius, Porto fenicio di Cuccureddus
Sono rimasti tracce di resti di edilizia sacra fenicio-punica, come i templi di Antas a Fluminimaggiore, di Genna Cantoni nel territorio di Iglesias, di Terreseu a Narcao.

Periodo romano
Nel 238 a.C. i romani ebbero la meglio contro i cartaginesi durante la prima guerra punica,successivamente sotto Augusto furono costruite infrastrutture e ingrandite città.
La dominazione romana finì nel 455 d. C. con l’arrivo dei Vandali.


Tra i numerosi monumenti che ci hanno lasciato sono dà ricordare:
I ponti romani Fertilia e ozieri, sono conservati molto bene.
Le terme: Ussana, Terme romane, San Basilio, Terme romane
Templi romani: Bidonì, Tempio di Giove , Fluminimaggiore, tempio di Antas


Reperti e monumenti della cristianizzazione
L'isola viene cristianizzata a partire dai primi secoli dopo Cristo
Nel IV secolo si ha la prima notizia di un vescovo isolano (a Cagliari).
In questo periodo compaiono i primi martiri localiÈ questa anche l'epoca dei primi martiri locali come Sant'Antioco, San Lussorio di Fordongianus.
Tra il 460 e il 467 la Sardegna passa sotto il controllo dei Vandali di Genserico. Nel 534 l'isola viene riconquistata da Giustiniano e ritorna a far parte dell'impero romano, ma la capitale non è più Roma ma Costantinopoli. Inizia l'età bizantina, destinata adurare fino al 1000 circa e alla nascita dei quattro giudicati.
Le tre grandi chiese di Sant'Antioco nell’isola omonima, San Saturnino di Cagliari e di San Giovanni di Sinis a Cabras presentano una struttura in cui tutti gli elementi sono uniti attorno al punto di intersezione fra navata e transetto, punto che risulta sormontato da una cupola semisferica al di sopra di una base quadrata.
Compaiono le prime chiese "cruciformi" si intende un edificio dedicato al culto cristiano con pianta a "croce greca", Il punto d'incontro dei bracci rappresenta il centro dell'edificio ed è coperto da una cupola.
Alcuni esempi si possono ammirare:
Assemini, Chiesa di San Giovanni
Iglesias, chiesa di San Salvatore
Nuxis, chiesa di Sant'Elia di Tattinu



Chiese romaniche
Attorno alla metà del Mille la Sardegna risulta divisa in quattro giudicati, retti da un re o giudice. I giudici erano i rappresentanti locali dell'imperatore bizantino che, attorno al 1000, divennero autonomi. Ne derivò una divisione del territorio in quattro regni di Cagliari, Arborea, Torres e Gallura, a loro volta ulteriormente divisi in curatorie.

I giudici, attraverso donazioni, favorirono l'arrivo nell'isola dei Benedettini (da Montecassino, San Vittore di Marsiglia, Cîteaux, Vallombrosa, Camaldoli,) che insediarono i propri monasteri nel territorio sardo. Si assistette a una nuova vitalità culturale della cultura sotto la Santa Sede.
Da non sottovalutare anche la presenza delle repubbliche di Pisa e Genova, la cui attività commerciale nell'isola contribuirono alla circolazione di nuove correnti artistiche nell'isola.
Architettura giudicale
L'espressione artistica che esprime meglio l'originalità della Sardegna giudicale è l'architettura romanica, contraddistinta tanto dall'adesione al linguaggio internazionale europeo, quanto utilizzo di caratteri locali.
La maggior parte delle chiese romaniche della Sardegna, specie quelle di piccole dimensioni, hanno pianta a navata unica e caratteristiche di semplicità costruttiva che prevedono la presenza del campanile a vela innalzato sulla facciata.
Il materiale utilizzato è la pietra, tagliata e messa in opera con cura. Dal punto di vista cronologico si può dividere in tre fasi
un romanico iniziale (1050 – 1150);
un romanico maturo (1150 – 1250)
un romanico tardo (1250 – 1300).


Tra le chiese più importati:
Bulzi, Chiesa di San Pietro del Crocefisso
Bosa, Chiesa di San Pietro extra muros
Bonorva, Chiesa di San Lorenzo di Rebeccu


A partire dalla metà del XIII secolo, con la presenza dei francescani si diffondono in Sardegna, le tipologie architettoniche e decorative del Gotico italiano, pur mantenendo le tecniche costruttive dei secoli precedenti, tanto che il nuovo stile appare come un normale proseguimento di quello romanico.
Da ricordare:
Quartu Sant'Elena, Chiesa di Sant'Agata
Iglesias, cattedrale di Santa Chiara
Martis, Chiesa di San Pantaleo


Periodo aragonese
Nel 1323 Alfonso d'Aragona arriva in Sardegna per applicare l'atto di infeudazione voluto da papa Bonifacio VIII in favore di Giacomo II d'Aragona, con l’istituzione nel 1297 del "Regnum Sardiniae et Corsicae" e la sua concessione al sovrano aragonese.
In epoca aragonese si impone in Sardegna la moda di contornare finestre e porte con eleganti mostre lapidee. Il fenomeno, dapprima limitato alle città, tra il XV e il XVI si diffonde anche nei villaggi. Gli esempi più importanti si trovano ad Alghero, come dimostrano le incorniciature delle finestre della casa Doria. Le case di città vengono, applicati pavimenti in maiolica, balconi in ferro battuto .
Agli inizi del XVII inizia in Sardegna, il processo di assimilazione delle tendenze artistiche barocche, importate della Compagnia di Gesù e dagli ingegneri militari giunti nella Sardegna per la realizzazione di opere di fortificazione. Con il ritrovamento delle reliquie dei martiri, determinò l'adeguamento barocco delle sedi di culto europee e la ristrutturazione delle cattedrali, da ricordare:
Ales, Cattedrale di San Pietro
Cagliari, Cattedrale di Santa Maria di Castello
Villacidro, chiesa di Santa Barbara


Durante la prima metà del Cinquecento le coste dell’isola furono prese d'assalto dai corsari.
Intorno al 1570 la Spagna mise in atto un piano di difesa che prevedeva la costruzione di numerose torri di guardia. Nel 1581 fu creata la "Reale Amministrazione delle Torri" per la gestione del sistema difensivo delle coste, alcuni esempi si possono osservare:
Cabras, Torre di San Giovanni
Domus de Maria, Torre di Chia
Iglesias, torre di Cala Domestica

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