Castelli medievali, torri, rocche e fortifizazioni in Sardegna
Castello dei Malaspina
in cima al colle di Serravalle 81 metri s.l.m, sorge il castello che deve il suo
nome ai Malaspina, deve questo appellativo alla tradizione secondo cui sarebbe
stato costruito nel 1112 dall'omonima famiglia di nobili toscani arrivati
nell'isola alla metà dell'XI secolo. L'intero complesso del castello di
Serravalle occupa un ettaro, all'interno di esso si erge il castello
dell'ampiezza di 2000 mq.
si erge il castello di Serravalle. Comunemente denominato castello dei Malaspina,
deve questo appellativo alla tradizione secondo cui sarebbe stato costruito nel
1112 dall'omonima famiglia di nobili toscani trapiantati nell'isola alla metà
dell'XI secolo. i quali qui fecero erigere alcune torri.
Più tardi preferirono rimpiazzarle con una singola, alta e possente, alla quale
furono successivamente aggiunte torri minori a pianta quadrata e a pianta
pentagonale
All’interno si segnala la vasta piazza d’armi che ospita la quattrocentesca
chiesa di Nostra Signora di Regnos Altos.
Siliqua.
Castello di Acquafredda
Il colle di Acquafredda e il suo castello medievale si erge la valle del
Cixerri, in un luogo rilevante per la fauna e la flora.
La tradizione attribuisce la costruzione del castello di Acquafredda ai conti
della Gherardesca, nel famigerato Ugolino, ricordato nell'Inferno dantesco,
l'impianto della fortificazione si può collocare per via ipotetica nella prima
metà del XIII secolo.
La fortificazione si articola su tre livelli: il borgo, la torre cisterna e il
castello. Il borgo era la parte più bassa di tutto il complesso ed era
costituito da una serie di ambienti per ospitare stalle e magazzini, servi,
truppe.
Il tutto era difeso da una cinta muraria merlata, lunga 80 metri, nella quale
sono stati individuate le tracce del cammino di ronda e di quattro torri. Nel
borgo è stata ritrovata anche una cisterna, voltata a botte e realizzata in
mattoncini di laterizio.
Al secondo livello è ben visibile una torre cisterna, anch'essa voltata a botte
e articolata in tre vani che potevano essere interamente riempiti d'acqua.
A 256 m di altezza si trova il castello, oggi in forte stato di degrado
nonostante i ripetuti restauri. Doveva avere una pianta ad ''U'' e tre piani, di
cui uno sotterraneo e due in elevato.
Laconi, Castello Aymerich
Al centro del Sarcidano, l'abitato di Laconi si trova a 550 m s.l.m.,
un parco nelle vicinanze di quasi 22 ettari, all'interno del quale si trovano i
resti del castello Aymerich.
La tradizione riporta nei resti Aymerich i ruderi del castello di Laconi
appartenente alla nobile famiglia.
Oggi immerso in una bellissima vegetazione. Scavi archeologici e stratigrafie
murarie hanno consentito di individuare un edificio più antico, a pianta
rettangolare, attraversato da un passaggio voltato a botte.
Sul lato destro del passaggio voltato è murata un'epigrafe, che riporta una
data: 1053.
Probabilmente l'epigrafe è stata reimpiegata ed apparteneva ad altro edificio,
in quanto le strutture denotano tecniche costruttive del XIII secolo.
Accanto a questa sorta di torre si erge il palazzo vero e proprio, costituito da
un'ampia sala a pianta rettangolare, residenza della famiglia dal XVII secolo,
degli Aymerich, marchesi di Laconi.
Iglesias, castello di Salvaterra
Grande importanza per Villa di Chiesa (oggi Iglesias), ricoprì
il castello di Salvaterra. Chiamato castello di San Guantino
sotto il dominio della Repubblica di Pisa, fu poi ricostruito e chiamato
castello di Salvaterra, dal colle su cui si erge. Proprio questa posizione, sul
colle Salvaterra, aveva un grande potere offensivo e difensivo, di modo che il
castello potesse essere difesa anche da un piccolo manipolo di soldati.
Da un antico disegno del 1358 viene rappresentato il castello di Salvaterra
composto da una pianta quadrangolare, due torrioni angolari che rinserrano una
sorta di ingresso.
Oggi sono rimasti solo ruderi dell'antica fortificazione: si salva solo una
parte del lato N e del lato E, mentre quelli S e O sono ricoperti di
vegetazione. Costruzioni successive hanno compromesso quello che restava del
castello.
a sinistra Stintino, a destra il Castello di Sanluri, Marmilla
Nebida, Iglesiente
Torre, Ghilarza
Ghilarza si trova in una zona ricca di resti archeologici, a
partire dall'epoca nuragica.
La torre aragonese rimane su uno spazio verde ai margini dell'abitato, poco
distante dalla chiesa di San Palmerio e da quella di
San Giorgio, che viene citato nel "Condaghe di Santa Maria di
Bonarcado" (XII-XIII secolo) come luogo in cui si teneva udienza per
risolvere le controversie locali.
La torre di Ghilarza è una struttura robusta, che si impone per
la potenza delle murature.
L'epoca della sua edificazione risale probabilmente al XVI secolo. Nel XIX
secolo venne sottoposta ad adattamenti strutturali, per essere utilizzata come
carcere.
La massiccia struttura si erge su un ampio zoccolo a scarpa che corre lungo
tutto il perimetro. Le murature sono realizzate con blocchi di vulcanite e
legati con malta.
La robustezza dell'edificio è legata alla sua funzione militare, che imponeva la
necessità di sovrastare l'area circostante e di operare dalla torre in tutte le
direzioni.
Particolare curiosità desta il portale O, non tanto per la sua forma a centina a
tutto sesto, quanto per i cardini infissi al di sotto della soglia. Ad essi era
legato un passaggio levatoio, perfettamente coerente con la sua origine
difensiva.
Cagliari, Castello di San Michele
Dalla cima dell'omonimo colle si erge il castello di San Michele era la
sentinella della via di accesso dall'entroterra campidanese all'abitato di
Cagliari.
Il castello, si tramanda, che sia stato costruito nel XII secolo e potenziato
nel XIII secolo, a difesa della capitale del regno di Cagliari,.
Nel 1324 il re Giacomo II il Giusto concede a uno dei suoi nobili,
Berengario Carròs, la villa di Sinnai in feudo, con la promessa da
parte del Carròs di costruire il castello di San Michele con i soldii che
provenivano dalle donazioni.
Il castello oggi si presenta con tre torri angolari a pianta quadrata,
raccordate da mura in parte diroccate; l'intera struttura è realizzata in
calcare delle cave di Bonaria.
L'ingresso al castello, come tutta la struttura, è preceduto da un fossato che
poteva essere superato solo con un ponte levatoio, di cui si trovano tracce
nelle scanalature in uno degli ingressi. Tutta la struttura si erge su uno
zoccolo fortemente inclinato a scarpa, costruito in bugnato.
Burgos, Castello del Goceano
Il castello di Burgos si trova ai piedi del versante sud-ovest del Monte
Rasu, a 647 m s.l.m., in un punto di grande importanza per il controllo
della zona.
Il castello del Goceano, scenograficamente isolato, Secondo alcune fonti, venne
realizzato intorno al 1134 ad opera di Gonnario I sovrano di Torres.
Alla fine del XIII secolo passò prima nelle mani di Genova, poi alla famiglia
dei Doria; alla metà del XIV secolo fu acquisito dai sovrani d'Arborea.
Intorno al 1516 il castello viene definito ancora in buono stato, mentre nel
1901 già se ne parla come di un rudere.
La struttura fortificata, dalla pianta irregolare allungata secondo le
direttrici N/O-S/E, si articola in una cinta muraria, a grandi linee a forma di
"U", messa in opera in pietrame misto e laterizi.
La parte bassa delle mura risale all’incirca risale al XII secolo e fu innalzata
ulteriormente sotto la dominazione aragonese, nel XV secolo.
La torre, a pianta quadrata, alta circa 16 m, è a due piani,Non vi sono merli né
mensole in aggetto nella parte alta della struttura. Diversi ambienti che
dovevano affacciarsi nel cortile interno della struttura, dove è presente
l'ingresso a una cisterna sotterraneo.
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